Paris-Roubaix Challenge 2019

…. E adesso vi tocca un articolo lunghissimo su cui sarete interrogati in futuro, così imparate a cospirare e l’anno prossimo verrete tutti a Roubaix.

Il Piano Roubaix

Ideato in un caldo pomeriggio di Giugno 2017, scritto nella pietra, pianificato nel 2018 e disatteso dal team nel 2018 con le scuse più improbabili, finalmente Bud mette in atto il piano e affronta la Parigi – Roubaix

Presenti:

  • Bud, ideatore del progetto ed unico esponente ufficiale dei Tri-Gliceridi
  • Mattia, già presente nelle nostre pagine nelle scorse settimane.
  • Il terzo uomo della comitiva, non si presenta al via (ma noi ci teniamo la caparra).

Tappe di Avvicinamento

Dopo lunghe sessioni di allenamento, siamo pronti a partire.

Google Maps suggerisce tre strade alternative:

  • Via Strasburgo
  • Via Nancy
  • Via Troyes

Dopo lunga discussione, decidiamo di prendere la strada più breve passando per Strasburgo, centro dell’Europa (così per metterci un pò di cultura) e rinunciamo alla serata a Troyes, preferendo dormire nella periferia di Haguenau.

Haguenau è un posto triste in cui la gente, quando chiedi un locale dove mangiare, è completamente disorientata e dove ti tocca camminare 3km per trovare del cibo.

Una puntata nelle Fiandre

Date le premesse, la serata finisce molto presto e siamo a letto alle 9.

Di conseguenza facciamo colazione all’alba e ci ritroviamo in vantaggio sulla tabella di marcia.

Allunghiamo quindi il percorso passando per Waterloo, dove c’e’ un grande prato verde con vari monumenti a ricordare la battaglia di Napoleone, tra cui spiccano un busto di Victor Hugo ed una piramide da cui si può vedere il grande prato verde su cui c’e stata la battaglia di Napoleone. (Seconda tappa culturale)

Proseguiamo a Nord, non dopo aver rimembrato le imprese di Napoleone, rimembrando il 5 maggio (solo il titolo) e per analogia rimembrando anche il 24 maggio.

Arriviamo ad Oudenaarde dove facciamo una visita al Museo del ciclismo, dove insieme al biglietto di ingresso ti danno un buono birra, chiaramente una Kwaremont 6,6% – birra per ciclisti.

Per chi non sa, Oudeenarde è la sede di arrivo del Giro delle Fiandre da alcuni anni, anche se noi preferiamo il percorso storico. E sempre per chi non sa, Kwaremont è uno dei muri del Fiandre, anche se noi preferiamo il Kapelmur. E sempre per chi non sa, i muri sono strappi in salita brevi e ripidissimi spesso in pavè, anche se noi preferiamo il pavè della Roubaix.

Ritiro dei Pettorali

Ci presentiamo quindi puntuali al Velodromo di Roubaix, dove ritiriamo il pacco gara, in verità tristissimo in quanto consiste in una busta marrone con dentro due numeri e l’adesivo con sopra segnati i tratti in Pavè (primo trofeo di roubaix).

Ritiriamo anche il blocchetto di Pavè, che consegnano prima di partire (secondo trofeo di Roubaix) e le biciclette.

Il velodromo è aperto e quindi facciamo due giri di prova, per non giungere impreparati all’arrivo del giorno dopo.

Notare che il velodromo è pendente, molto pendente, tanto che pedalando nella parte alta della curva, si tocca con il pedale sul cemento.

Il Grande Giorno

A letto presto dopo alcune birre e sveglia alle 4. Alle 5 siamo nel piazzale degli autobus che ci porteranno a Busigny dove parte la gara dei 172 km

Partenza alle 8 e via con i primi 10 km di sali-scendi.

Subito ci interroghiamo su chi ha detto che la Roubaix è tutta piatta:

  • o l’ha vista solo in televisione
  • o l’ha percorsa in macchina
  • o non l’ha mai fatta come Auro Bulbarelli.

Non sprechiamo energie in salita, anche perchè sappiamo bene cosa ci attende:

Il primo settore di Pavè

ed eccolo arrivare: leggera svolta a sinistra e compare lo striscione con il numero 29, Due stelline, la lunghezza (900 metri) e il nome del settore: Troisvilles à Inchy

Pioggia di borracce che volano da tutte le parti (probabilmente qui vicino c’e’ una rivendita di borracce).

Bud ha strategicamente pensato di non portare la Borraccia Sociale per non perderla, anche se questo costerà 1 punto di penalità

Non è male!!! L’eccitazione del gruppo è palpabile e c’è chi comincia a tirare sul pavè, anche se questo era solo 2 stellette

Settore 28

Così sembra facile, ma ecco il settore 28 – 3.000 Metri – 4 stellette – Briastre à Viesly

L’inizio è pedalabile ma poi inizia ad andare in leggera salita, sempre più sconnesso, e la leggera salita comincia a farsi sentire.

Ma non è tutto: all’improvviso una curva a 90° che non sappiamo come affrontare e che superiamo con circospezione.

Dopo la curva, la sorpresa: inizia la discesa sempre sul pavè e qui inizia il dilemma su come frenare dato il fondo sconnesso.

Superiamo indenni questo pavè e proseguiamo in un susseguirsi di pezzi da 3 e 4 stellette

La crisi

Entriamo nel settore 24 e qui Mattia non riesce a tenere il passo di Bud, e soprattutto all’uscita di questo pavè non riesce a tenere il passo di Bud neanche in salita.

E’ risaputo che quando qualcuno non riesce a tenere il passo di Bud in salita, allora c’è grave segno di crisi.

Ci trasciniamo fino al primo ristoro con Mattia con un fortissimo mal di schiena, probabilmente dovuto ad una sella non tarata correttamente.

Aggiustiamo la sella e ripartiamo. Sembra andare bene ma alla prima salita, il dolore alla schiena ricompare ed è tale da costringere Mattia al ritiro.

Mattia rientra al ristoro dove si becca un siringone da parte dell’assistenza medica che lo saluta dicendo: adesso puoi pedalare, fatti 20 km in bici e prenditi un taxi fino a Roubaix (pecca dell’organizzazione: non c’è il carro scopa, neanche quello guidato da Landa).

Settori 23, 22 e 21

Bud prosegue da solo e subito segue un tratto difficile: in 7,6 km ci sono 5,7 km di pavè in 3 settore da 3 stellette l’uno. Non so se si possono sommare, ma fanno 9 stellette e si sentono.

Segue un 4 stellette che prepara al mitico tratto 19.

Il settore 19

Si arriva al paesino di Arenberg (con la N, i francesi non sanno che la B regge la M, non la N) curva a sinistra e si vede un lungo rettilineo in discesa, in fondo al quale si vede un passaggio a livello ma soprattutto lo striscione:

Secteur 19Trouée d’Arenberg  – 5 stellette – 2,3 km

La gara si divide in 3:

  • Prima di Arenberg,
  • Arenberg
  • Dopo Arenberg

La foresta di Arenberg

Arenberg è un mondo a se.

All’inizio della discesa si intuisce cosa ci aspetta: il gruppo, fino ad allora chiassoso, adesso è in silenzio. Nessuno tira in discesa e si lascia scivolare la bici fino al passaggio a livello. Il gruppetto si allunga leggermente per entrare in fila indiana e per lasciare alcuni metri dalla bicicletta davanti.

Poi inizia IL Pavè (e questo ha l’articolo maiuscolo)

Chi non aveva perso la borraccia precedentemente, la perde ora.

Si respira silenzio, rotto da imprecazioni chiaramente udibili per tutti i 2800 metri del cosiddetto Inferno del Nord

Non ci sono vie di fuga, qui si pedala sulla gobba d’asino e basta. Il fondo stradale è un susseguirsi di pietre con 2 o 3 centimetri tra l’una e l’altra. Finché sono per lungo e per largo va bene, il problema serio è quando sono in verticale.

Si pedala e non ci si può fermare. I sobbalzi del manubrio fanno male alle braccia, quelli della sella curiosamente non fanno male al sedere ma ai quadricipiti. Se si smette di pedalare, i quadricipiti non ammortizzano più e tutto (braccia e gambe) si riversa sui polpacci che non sono stati studiati per movimenti contemporanei in orizzontale, verticale e obliquo. Questo fa molto male per cui occorre pedalare (e neanche piano) e sperare che finisca presto.

All’uscita del settore 19, la sensazione è di avercela fatta. Mancano esattamente 100 KM, ma a questo punto si può dire di aver affrontato Arenberg.

…e tutto adesso ha un senso…

Pont Gibus – Settore 18

Usciti da Arenberg, pochi km e si arriva ad un altro pezzo mitico: Wallers à Hélesmes, 3 stellette, altrimenti noto come “Pont Gibus“, in onore di Gilbert Duclos-Lassalle (tanto amato dai francesi, tanto odiato da Ballerini), tratto difficile anche se relativamente breve (1700 metri) con passaggio sotto un ponte ferroviario in disuso e pertanto ponte senza tetto.

Non può mancare la foto.

Settori 17, 16 e 15 detti anche “La nausea” o “La caduta”

I prossimi 12 Km sono veramente pesanti: 3 tratti di pavè (4, 3 e 4 stellette) per un totale di 8,5 Km di pavè.

Il settore 17, il più lungo – 3700 metri a 4 stellette. Questo è snervante. Ma il fatto che tra questo ed il successivo ci siano meno di 2 km fa si che all’entrata del 16mo arrivi una sensazione di nausea da stanchezza.

La stanchezza si comincia a sentire, ma il settore 16 ha delle banchine laterali in erba che sono quasi percorribili (sarà per questo che ha solo 3 stellette?) e così fa la maggior parte dei ciclisti. L’erba è tuttavia insidiosa e Bud vede avvicinarsi una zolla d’erba che probabilmente nasconde un bel cubetto di porfido. La vede avvicinarsi ma non ha la forza di evitarla per cui ruzzola sull’erba (altro punto di penalità per caduta)

Una volta caduto alza la mano per dare un segno di vita agli altri ciclisti. Il problema però non è alzare la mano ma alzare le gambe. Finché si sta in sella tutto bene ma appena si cambia posizione, complice la caduta, arrivano i crampi.

Rialzatosi in qualche modo, Bud decide per una nuova tecnica. Aveva infatti notato che molti ciclisti si fermavano a riprendere fiato dopo ogni settore. Dopo il settore 15 Bud si ferma ma qui i crampi ritornano all’attacco, per cui la nuova tecnica dura 1 sola volta. Meglio proseguire seduti, tanto non ci si può alzare sui pedali, e proseguire verso Roubaix senza cambiare posizione.

Il secondo ristoro ed il taglio

Ecco il secondo ristoro dove si fa notare un tizio con maglietta dell’ “IronLario”. Bud approccia l’atleta del Lario cercando di strapparlo alla sua squadra ma alla domanda “sei di Como?” si sente rispondere con un “Ueh, figa, son de Milan, ma ho la casa sul lago…“, cui Bud da seguito con un “va caghe!!!”.

Studio del percorso su apposita cartina; studio dell’orologio…. Il velodromo chiude alle 18. Non è possibile fare 68 KM con ettometri di pavè in 2 ore e mezza.

Ci sono 2 opzioni:

  • Fare 172 km e arrivare dopo la chiusura del velodromo
  • Fare un taglio ed arrivare nel velodromo

Dopo lunghi dubbi, Bud decide per il taglio (3 punti di penalità) di circa 20 km e 7 settori di pavè. Siamo a Roubaix e l’arrivo nel velodromo è cosa che non può mancare.

La drastica decisione fa si che si salti un settore a 5 stellette (Mons-en-Pévèle). Nota per il team: bisogna tornare a Roubaix – missione incompleta.

Affronta quindi il settore 14 (questo è facile, subito dopo il ristoro) e prende un taglio rientrando al settore 6.

Sequenza finale

Rientrato al settore 6, si parte con la sequenza finale: 6 km pavè in 11 km :

  • Settore 6 – Bourghelles à Wannehain  – 3 stellette – 1100 metri
  • 1100 metri di strada asfaltata
  • poi Settore 5 – Camphin-en-Pévèle – 4 stellette – 1800 metri
  • poi 1200 metri di strada asfaltata
  • Quindi settore 4 – Carrefour de L’arbre – 5 stellette – 2100 metri
  • 100 metri di asfalto (si attraversa la strada)
  • Settore 3 – Gruson – 2 stellette – 1100 metri

Il Carrefour de L’arbre

Il Carrefour è l’altro pezzo mitico. Si sa che è l’ultimo pezzo a 5 stelle, poi fatto questo, tutto il resto è pianura (sempre se ti chiami Auro Burbarelli).

Qui sono partiti gli attacchi migliori delle Roubaix

Come diceva DeZan:

  • Ad Arenberg non si vince la Roubaix ma sicuramente la si può perdere
  • Il Carrefour de L’arbre è l’ultima asperità di giornata (ma si sà: De Zan, come Auro Burbarelli non l’ha mai fatta in bici)

Al Carrefour non c’è il silenzio di Arenberg, qui c’è chiasso. Sarà perchè è aperta campagna e non ci sono gli alberi, sarà che qui ormai si sono riunite i percorsi lungo, medio e corto ma qui compaiano un paio di razze nuove:

  • Gli Sboroni – Bud sente un tizio inglese dire: “questa la faccio a tutta al centro della strada perchè è un pezzo famoso“, salvo poi trovarsi ad arrancare a fianco a Bud dopo 3 metri (non è neanche riuscito a sorpassare)
  • Gli Atleti – Gente che urla di lasciarli passare (ma dove vuoi andare…, hai lo stesso tempo mio)
  • I Belgi – Arrivati da una settimana con il camper sono in attesa trepidante della gara pro ed incitano chiunque passi per allenarsi a battere le mani l’indomani
  • I Belghi – Arrivati insieme ai cugini Belgi, non hanno fatto altro che bere e non sono in attesa trepidante della gara pro ed incitano chiunque passi, perchè sanno già che saranno ubriachi l’indomani

Il Carrefour inizia con 4 curve a gomito in pochi metri, un lungo rettilineo, seguito da una curva a gomito con dei solchi di 20 cm di profondità ed un rettilineo di 1 km che arriva alla locanda del Carrefour (noto locale aperto 2 giorni l’anno).

Finito questo ben di dio, si attraversa una statale e comincia immediatamente il settore 3 settore 3 – Gruson – 2 stellette – 1100 metri.

Saranno anche 2 stellete ma qui l’indomani, alla gara dei Vip, Gilbert ha staccato tutti.

Sequenza lunga, dura e senza via di fuga

Sosta idrica con crampi

Finito il settore 3, mancano (solo) 20 km e 1 settore di pavè.

Qui Bud fa uno stop per ultima sosta idrica prima dell’arrivo. Crampo è dietro l’angolo ed infatti, appena Bud cambia posizione e scende dalla sella colpisce in quattro punti precisi (due per parte).

Munitevi di goniometro ed immaginatevi la scena:

130km percorsi, 40 abbondanti di pavè…. appena finito il Carrefour ed il Gruson… fermarsi dopo il pavè… scavalcare la bici… chinarsi per posare la bici… crampo ad entrambi i quadricipiti con gambe leggermente piegate (sui 150 gradi)… mani sulle ginocchia per spingerle in dentro e raddrizzare l’angolo delle ginocchia… quando siamo sui 170° arriva il crampo alla zona lombare (bilaterale)… in questo momento l’angolo gambe/addome è sui 130°: ci si è appena piegati per mettere le mani sulle ginocchia… con enorme fatica si spostano le mani sui fianchi… si spinge lentamente la schiena verso l’interno…. si raggiunge una posizione quasi eretta… si tira fuori il pistolino che dopo 120Km è ino ino (sulle dimensioni reali si richiede il diritto all’oblio)… e si riparte per gli ultimi 20 km

Gli ultimi 20 km

Gli ultimi 20 km sono caratterizzati da gente che pensa di avercela fatta e tirano tutti come dei dannati.

Manca il settore 2 – Willems à Hem – 3 stellette – 1400 e poi è finita, infatti non è previsto il settore 1, già chiuso dall’organizzazione per la preparazione della gara di domani.

Ma ci sono 2 pezzi a tradimento dopo il settore 2:

Un pezzo di pavè di circa 100 metri non segnato sulle cartine (è liscio, perfetto, all’imbocco della città, ma ciò non toglie che sia pavè

Un sottopasso pedonale (non credo che i prof lo facciano questo….) che prevede piccola discesa, curva a 90° e piccola (ma infernale) salita.

Poi traffico cittadino e si arriva al Velodromo

Certe Cose non hanno prezzo

Ma prima del velodromo, si fronteggiano gli ultimi 2 km in mezzo al traffico cittadino di Roubaix – nota dolente dell’organizzazione che ha piazzato un uomo al freddo in ogni incrocio nelle campagne francesi, ma non ha presidiato il passaggio di 7000 ciclisti stanchi tra le macchine dei francesi (che si sa, non sanno guidare).

Ebbene, in mezzo al traffico cittadino, si sente un “Ciao Bud” (grazie Nicola) o forse era un “Ciao Marco“, erano finite le forza per ricordare.

I Tri-Gliceridi e le loro divise sono riconoscibili anche a 1000 km da casa… parafrasando una vecchia pubblicità: “Certe cose nella vita di un Tri-Gliceride non hanno prezzo

Il Velodromo

Ultimo km, curva a sinistra, curvone a destra ed ingresso al Velodromo.

Si entra nel mito del ciclismo. Se Arenberg era silenzio, Carrefour era chiasso, qui è ovazione… Almeno questo è il film che ci si fa dopo 150Km di strada e 45 km di Pavè.

Mezzo giro di pista e arrivo con braccia alzate come nei migliori sogni da ciclista.

Purtroppo l’organizzazione taglia la testa a Bud nella foto celebrativa, o come dice Michelangelo il maestro letterario di Bud “Era per collocare simbolicamente il pacco al centro perfetto della foto, come estrema simbologia virile

Chi non c’è stato non capirà mai (a meno di tornarci l’anno prossimo).

Arrivo alle 17:20. in tempo e il velodromo da ragione alla scelta di tagliare un pezzo di percorso.

Medaglia celebrativa e doccia

Le Docce

Il mito di Roubaix non finisce al velodromo ma continua nelle docce.

Costruite negli anni 40 sono un locale con tre serpentine di cubicoli spogliatoio chiusi da tre lati con muretti in cemento alti circa 1 metro e mezzo. Ogni cubicolo presenta il nome di un vincitore di Roubaix su placchetta dorata. A Bud tocca Jean Forestier, vincitore nel 1955, francese.

In fondo alla stanza una struttura a doppio pettine sempre con muretti alti un metro e mezzo, sono le vere e proprie docce che si azionano tramite una catenella che cade dal soffitto.

Cena Post Gara

Roubaix è una città triste. C’è vita solo due giorni l’anno: il giorno della Roubaix ed il giorno prima. Il venerdì entriamo in un locale che ci accoglie con “la cucina di venerdì è chiusa”. Lo stesso locale il sabato è addirittura chiuso.

Ci rifugiamo nell’altro locale della piazza principale (due ce ne sono…) e qui ci consoliamo con hamburger doppio che non si riesce ad addentare tanto è alto condita da abbondante birra. Alle 19 ci cacciano e dobbiamo cercare un altro pub.

Il centro è desolato e ci spostiamo verso il nostro hotel-tugurio: Di fronte alla scelta se spendere soldi per un hotel decente o per la birra, non abbiamo avuto dubbi.

Lungo la strada troviamo un’altra perla che finisce dritta dritta nel nostro campionario di luoghi ameni: a Roubaix c’e un quartiere che si chiama “Cul de Four”

Seguiamo le indicazioni di trip-advisor che ci porta nel centro di Tourcoing, anzi, entriamo nel miglior locale di Tourcoing secondo trip-advisor (una puzza indescrivibile). Meno male che qui c’è vita ed entriamo nel locale a fianco dove ci servono una birra e iniziano a mettere le sedie sui tavoli. Alle 19:30 chiude.

Stanchi per la lunga giornata in bici, alle 8 siamo a letto e alle 8:10 dormiamo.

Ritorno ad Arenberg

La mattina dopo ripartiamo e ci piazziamo all’ingresso di Arenberg in attesa della gara pro.

Arenberg oggi è piena di gente. Si ripete la scenetta della ricerca del bar, con l’abitante locale che non è in grado di indicare un bar. Lo troviamo e scopriamo che questo bar si era rifornito per la Roubaix, esponendo ben 5 baguette, finite già alle 9 con gara prevista alle 15.

Ci piazziamo quindi all’ingresso del settore 19 dove hanno piazzato un maxischermo e un paio di porchettari locali (che vendono salsiccia, patatine e birra a volontà, birra che costa meno dell’acqua).

Alle 15, puntuali arriva il gruppo. Questi la discesa la tirano ed entrano ad almeno 50 all’ora ad Arenberg. Sono talmente veloci che ce li vedremo da casa.

Prima del passaggio però avevamo piazzato in posizione strategica lo striscione dei Tri-Gliceridi che sarà ripreso in mondovisione

Il Ritorno a casa

Ripartiamo dopo la gara e rientriamo con una tirata unica, durante la quale sentiamo la radiocronaca della gara su una radio Belga-Vallone che è esaltatissima per l’impresa di Gilbert.

Passiamo per il Lussemburgo (dove la benzina costa meno che a Livigno) e dove approfittiamo per mettere piede a terra e salto in bagno (così aggiungiamo una nuova nazione al nostro pool di stati visitati; senza sosta idrica, non è considerato valido)

Roubaix Challenge 2020

Bisogno tornare a tutti i costi

  • Bud, per lavare l’onta del taglio percorso
  • Mattia, per lavare l’onta del ritiro
  • Tri-Gliceridi team (il resto), per lavare l’onta dell’alto tradimento
  • Tutti gli altri, perché non potrete mai sapere cosa è Roubaix se non partecipate

Rimanete sintonizzati sul nostro sito www.tri-gliceridi.com per dettagli

Un saluto finale da Roubaix

Infine un saluto da Roubaix con medaglia al collo e arrivederci all’anno prossimo

Punteggio di tappa

I punti in palio oggi sono milioni, ma Bud corre da solo e quindi questi sono dimezzati, seguono penalità varie sollevate dal resto del team, roso dall’invidia, che porta solo a 0,5 punti per questa gara. Sufficiente per riagguantare la leadership temporanea del Tri-Gliceride D’oro 2019

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